bc2012#13 | In beata solitudine

Posted on 18 settembre 2012

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Ehi, guarda un po’ là dietro!

In beata solitudine

di Alberto Piovesan (Breda di Piave, TV)
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Guardo furtivamente l’altimetro, segna 2670 m, e per quanto mi sforzi di non farlo prendo coscienza che mancano ancora quasi 600 metri di dislivello, quindi più o meno altre 2-3 ore di fatica.

Sto per terminare la tranquilla ed arrampicabilissima ferrata Punta Anna, nella zona di Cortina d’Ampezzo. Ecco, ci sono: arrivo su una panoramica crestina, circa 40 metri più in alto, ma le nuvole mi impediscono di vedere alcunché. Eppure avevo guardato le previsioni meteo!

La bellissima Tofana di Rozes, ad ovest rispetto al mio percorso, è ammantata di nubi innocue, però distinguo chiaramente le molte persone che, desiderose di ammirare il panorama che offrono vette come questa, oggi arriveranno ai suoi 3225 metri.

Diavolo! Quante sono?! Sembra un pellegrinaggio!

Io ho trovato molta gente solo all’inizio della ferrata ma, fortunatamente, ora sono in beata solitudine con il mio obiettivo: la Tofana di Mezzo, a 3244 metri.

E’ la mia prima uscita in solitaria. Niente amici, niente ansiosi genitori al seguito. Io e la mia grande passione, la Montagna.

Accelero il passo, voglio mettermi un po’ alla prova e arrivare al limite: il limite che ti fa dire “Basta, riporta respirazione e battito del cuore a livelli accettabili!”. Non si dovrebbe fare, bisognerebbe mantenere un passo costante ma, mentalmente, esclamo un «Chissenefrega!». In fin dei conti non devo preoccuparmi di compagni che arrancano o che vanno più forte di me. Sono solo!

Mi fermo due minuti, bevo un po’ d’acqua, mi guardo un attimo attorno, il cielo si apre e il sole inizia a picchiare. Solo ora scorgo due persone che mi precedono a circa un quarto d’ora di distanza.

Il cielo si richiude repentinamente, come quando si accende e spegne una lampadina. Rallento un attimo e ascolto il meraviglioso sibilo delle nuvole che corrono sulla montagna. E’ una sensazione splendida: la temperatura è gradevole, non più di 12-13 gradi (che bello sfuggire alla canicola della pianura!).

Un enorme macaco sovrasta la cengia poco dopo Punta Anna

Supero un piccolo tratto attrezzato, facile facile, mettendo le mani sulla fresca roccia. Mi diverto come un pazzo. Guardo di nuovo l’altimetro, 2880 metri, e non mi accorgo di aver raggiunto le due persone che mi precedevano.

Primo e Loris, questi i loro nomi, due simpaticoni. Condivido una mezz’ora buona di salita rivolgendomi a loro, e viceversa, come fossero amici di vecchia data. Poi mi invitano ad andare avanti perché proseguiranno con il loro passo.

Rimango di nuovo solo, come unico compagno ora ho nuovamente me stesso.

La lampadina, il sole, seguita ad accendersi e spegnersi e nel frattempo inizio ad ansimare; sto faticando, quindi decido di fermarmi a bere un altro po’. Questa volta però, mi dico, sosterò un po’ di più.

Mi siedo sopra un masso leggermente al di fuori della traccia principale e mi metto ad ascoltare. Libero la mente da ogni pensiero. Non sento nulla. Comprendo ch’è la cosa che più desideravo da molti mesi a questa parte: il silenzio. Rabbrividisco e mi commuovo. Mi sento totalmente immerso in me stesso. Meraviglioso!

Mi desta un «Hola!» di due ragazzi spagnoli. Rispondo con un caloroso «Ciao!» e vedo che vengono verso di me: stanno mettendosi alla prova perché vedo sul loro altimetro che, nel frattempo, cronometrano l’ascesa.

Riparto con loro, ma dopo 10 minuti li lascio andare. Mica son venuto qua per correre! Ci siamo quasi, 3180 metri. Ora vedo la croce di vetta molto limpidamente; la lampadina rimane accesa e scotta assai. Mi si dipana un panorama mozzafiato. Mentalmente sorrido.

Ora mi sto rendendo conto di come corpo e mente abbiano a volte desideri diversi: il primo non vede l’ora di sedersi e riposare un pochino, la seconda vorrebbe proseguire ancora per molto. Su questo bellissimo agone interiore proseguo con facilità estrema. Arrivo in cima.

«Dannazione! Quanta gente!». Già, qui arriva la funivia purtroppo. Mi faccio immortalare con la croce di vetta a fianco e poi proseguo in direzione della funivia.

Sono spensierato, intimamente felice. Dopo circa 40 minuti arrivano anche Loris e Primo; stanchi, ma credo con sensazioni molto simili alle mie. Ci ripromettiamo di trovarci per una birra un giorno o l’altro.

Riparto per scendere.
Ripercorro le mie 5 ore di solitudine. Ah, ci voleva proprio! Mi sono trovato davvero bene con me stesso oggi.
E a te Montagna, grazie.

Le opere dell’uomo non potranno mai deturpare un panorama simile